-
Lo spirito si effonde e parla dove vede la buona volontà di meritare la sua effusione. 32.7
- Il sabato è del Signore. Solo una cosa potete fare di sabato: bontà al prossimo vostro. Ma il lucro deve essere assolutamente escluso da questo aiuto. Chi viola per lucro il sabato non può avere che castigo da Dio. Fa utile? Lo sconterà con perdite negli altri sei giorni. Non fa utile? Ha faticato invano il corpo non concedendogli quel riposo che l’Intelligenza ha stabilito per esso, alterandosi con ira lo spirito per aver inutilmente faticato, giungendo a imprecare. Mentre il giorno di Dio va passato col cuore unito a Dio in dolce preghiera d’amore. Bisogna essere fedeli in tutto. 50.8
- Guai incominciare e lasciare che le colpe aumentino di peso col loro numero. 58.4
- Avvertenza e preghiera per essere forti e avere aiuto e ferma volontà di non peccare. Poi una grande fiducia nell’amorosa giustizia del Padre. 58.4
- "Amate Dio e il prossimo”. Condizione prima per compiere ogni altro bene. Il più santo dei dieci comandi santi. Amate coloro che ameranno in Dio, Dio, e per il Signore Iddio, avranno in terra e in Cielo la pace per loro tenda e per loro corona. 65.1
- L’uomo ha una ragione e un’anima. Per la ragione si deve saper condurre da uomo, per l’anima si deve saper condurre da santo. Colui che così non fa, si mette al di sotto degli animali, scende all’abbraccio coi demoni perché si indemonia l’anima col peccato d’ira. 67.3
- Cos’è la vita? E’ un tempo di sosta, direi il limbo del Limbo, che il Padre vi dà per provare la vostra natura di figli buoni o di bastardi, e per destinarvi, in base alle vostre opere, un futuro che sarà senza più soste né prove. 77.2
- La benedizione opera e dura, se gli animi rimangono fedeli alla legge di Dio e alla Mia dottrina. In caso contrario la grazia cessa. 83.2
- (Il dolore è) un male dal lato umano, ma dal sovrumano è un bene. Aumenta i meriti dei giusti che lo subiscono senza disperazione e ribellione e lo offrono, offrendosi con la loro rassegnazione come sacrificio di espiazione per le proprie manchevolezze e le colpe del mondo, ed è redenzione per coloro che giusti non sono. 83.2
- Su chi è caduto, ha più potere uno sguardo d’amore che una maledizione. 84.5
- In tutte le azioni dell’uomo, vi è la possibilità di bene o di male. A seconda che si compiono.
Amare non è peccato, se si ama santamente.
Lavorare non è peccato, se si lavora quando è giusto.
Guadagnare non è peccato, se ci si accontenta dell’onesto.
Istruirsi non è peccato, se per l’istruzione non si uccide l’idea di Dio in noi.
Mentre è peccato anche servire l’altare se lo si fa per utile proprio. 84.6 - Se Dio a tutto provvedesse, commetterebbe furto verso i suoi amici. Li priverebbe della facoltà di essere misericordiosi e di ubbidire perciò al comando dell’amore. I miei amici devono avere questo segno di Dio, in comune con Lui: la santa misericordia che è di opere e di parole. 89.3
- (La formazione è) raddrizzare le idee sbagliate, legare le prepotenze carnali, sostenere le debolezze, tagliare all'occorrenza le tendenze, sciogliere le schiavitù e le timidezze. 93.4
- Il duello dell’Amore con l’Odio, della Sapienza con l’Ignoranza, della Bontà col Male, è su voi e intorno a voi.
A stornare i colpi malvagi su voi, Io basto. Mi frappongo fra l’arma satanica e il vostro essere, e accetto di essere ferito in vostra vece, perché vi amo.
Ma i colpi all’interno di voi, voi li dovete stornare con la vostra volontà, correndo verso di Me, mettendovi nella mia Via che è Verità e Vita. Chi non è voglioso di Cielo non avrà il Cielo. 96.2 - Non vi è peccatore tanto grande che non possa alzare la faccia atterrata e sorridere ad una speranza di redenzione. Basta che egli sia completo nel rinunciare alla colpa, eroico nel resistere alla tentazione, sincero nella volontà di rinascere. 96.4
- La più alta dignità dell’uomo è quella di essere corredentore. 96.5
- Più puro sarà il vostro occhio, più puro sarà il vostro cuore. 96.6
- La santità sulla terra è la cosa più angusta, povera, erta, spinosa, perseguitata che esista. E’ fatica da eroi essere santi. 98.8
- E’ l’amore il redentore individuale. Chi ama inizia la sua redenzione. 117.6
- Bisogna imparare fin dalla prima età il rispetto verso la famiglia, organismo che è il più piccolo e il più grande del mondo.(….)
Non dura una famiglia se non c’è obbedienza, rispetto, economia, buona volontà, operosità, amore. 122.10 - Il cuore è là dov'è il tesoro e il tesoro è là dov'è il cuore. Perciò il tesoro è nel cuore. 127.7
- L’anima è l’essenza spirituale dell’uomo. E’ quella che creata di età perfetta, investe, accompagna, avviva tutta la vita della carne e continua a vivere dopo che la carne non è più, essendo immortale come Colui che la crea: Iddio. 129.5
- (La) chiara, santa voce del Signore dice. “Non bestemmiare. Non idolatrare. Non profanare le feste. Non disonorare i genitori. Non uccidere. Non fornicare. Non rubare. Non mentire. Non invidiare le cose altrui. Non appetire alla moglie altrui”. Dieci “non” e non uno di più. E sono le dieci colonne del tempio dell’anima. Sopra splende l’oro del precetto santo fra i santi: “Ama il tuo Dio. Ama il tuo prossimo”. E’ il coronamento del Tempio. E’ la protezione delle fondamenta. E’ la gloria del costruttore. 132.2
- Una sola cosa è necessaria: conoscere Iddio. 136.5
- Uno solo è l’amore dell’anima: Dio. (136.7)
- La volontà di redenzione è già assoluzione. Anche fosse morta, sarebbe perdonata, perché ha cercato la Verità mettendosi sotto i piedi l’Errore. 137.3
- (La mia dottrina consiste) nella conoscenza esatta del Decalogo. Nell’amore e nella misericordia. L’amore e la misericordia, questo respiro e questo sangue di Dio, sono la norma della mia condotta e della mia dottrina. 140.3
- Avere sempre presenti: carità e giustizia, prudenza e umiltà, temperanza e pazienza, fermezza e non cocciutaggine. 141.1
- Nulla contamina se non si vuole essere contaminati. (145.4)
- La sapienza dell'uomo sta nel sapersi ravvedere, la sapienza dello spirito sta nell'amare il Dio vero e la sua Verità. (145.5)
- Tanto più comprendete e di riflesso, tanto più agite, quanto più siete cogniti della Legge di una morale soprannaturale che vi è stata data dal vero Iddio. (146.1)
- L’uomo ha in sé un’essenza che viene da Dio e che ha nome spirito, la quale ha voce e consiglio di elevatezza sempre e spinge a cose di santa vita. 146.1
- Pregate e convertitevi, tornando alla sapienza vera, la quale è quella di Dio e si trova nel libro dei Comandamenti di Dio e nella Legge che dura in eterno e che ora, Io, Messia di Dio, sono di nuovo venuto a portare, nella sua semplice e inalterabile forma, ai poveri del mondo, annunciando ad essi la buona novella, dell’era della Redenzione, del Perdono, dell’Amore, della Pace. Chi crederà a questa Parola giungerà a vita eterna. 146.2
- La bontà è già preghiera. (149.3)
- Dio si effonde sui giusti, e più essi si arrendono al suo amore, più Egli aumenta e cresce santità. 149.6
- Dio Padre sa i bisogni dell'uomo, ma vuole nell'uomo la confidenza che espone le proprie necessità e chiede aiuto. (153.1)
- La donna sa amare, è fatta per l’amore, il vero amore, la gemma dell’anima sua (….), fatto di fiamma pura e di ricordi di Dio, della sua provenienza da Dio, e della sua creazione fatta da Dio. La donna: il capolavoro della bontà presso il capolavoro della creazione che è l’uomo.157.5
- L’uomo non è mai molto forte nel soffrire. La donna invece ha sull’uomo questa vera regalità del saper soffrire. (157.5)
- Il miracolo porta alla fede coloro che già sono per quella via. 161.5
- L’uomo addormentato che sia nel sonno ultimo, non è morto, ma vivo di una più fulgida vita, traendo con la sua parte migliore, eterna vita e splendore dal Creatore che lo ha formato. 167.4
- L’immortalità dell’anima, ossia l’immortalità della parte superiore dell’uomo, è il mistero più certo e più consolante del credere. E’ quello che ci assicura di dove veniamo, di dove andiamo, di chi siamo, e ci leva l’amaro di ogni separazione. 167.12
- Anatema ai maestri di soprannaturale dottrina che divengono idoli di umano sapere. 169.9
- In noi vi è lo spirito. Solo i poveri pagani lo ignorano, questo ospite regale, questo soffio vitale, questa luce celeste che santifica e vivifica il nostro corpo 170.3
- La Grazia santificante: la vita dell’anima. Quella spiritualissima cosa deposta nella spirituale anima nostra. La Grazia che ci fa figli di Dio perché ci preserva dalla morte del peccato, e chi morto non è, “vive” nella Casa del Padre: il Paradiso (…)..
La Grazia è amore. La Grazia è perciò Dio.
E’ Dio che ammirando Se stesso nella creatura creata perfetta, si ama, si contempla, si desidera, si dà ciò che è suo per moltiplicare questo suo avere, per bearsi di questo moltiplicarsi, per amarsi per quanti sono altri Se stesso. 170.4 - Solo coloro che piangono o che hanno pianto, sanno amare e capire(…). E sanno amare Dio perché hanno compreso che tutto è dolore fuorché Dio. Perché hanno compreso che il dolore si placa, se pianto sul cuore di Dio. 170.9
- Abbiate misericordia, perdonate, compatite, soccorrete, istruite, sorreggete. 170.10
- Dio è purezza. Il Paradiso è Regno di Purezza. Niente d'impuro può entrare in Cielo dove è Dio. 170.11
- La pace è una caratteristica di Dio. Dio non è che nella pace. Perché la pace è amore. 170.12
- Ama chi ti odia, prega per chi ti perseguita, giustifica chi ti calunnia, benedici chi ti maledice, benefica chi ti fa danno, sii pacifico con il rissoso, condiscendente con chi ti è molesto, soccorri di buon grado chi a te ricorre e non fare usura, non criticare, non giudicare.171.4
- Amate amici e nemici per essere simili al Padre vostro che fa piovere sui buoni e sui cattivi e fa scendere il sole sui giusti e sugli ingiusti. 171.5
- Ogni anima è una vergine sposata all’Eterno Amatore, a Dio Signor nostro; questa terra è il tempo del fidanzamento, nel quale l’angelo dato a custode di ogni uomo, è lo spirituale paraninfo, e tutte le ore della vita e le contingenze della vita, altrettante ancelle che preparano il corredo nuziale. L’ora della morte è l’ora delle nozze compiute e allora viene la conoscenza, l’abbraccio, la fusione con Dio. 172.5
- Non siate troppo solleciti per paura di avere poco. Avrete sempre il necessario. 173.7
- L’uomo intelligente non diviene zimbello della prima dottrina che sente, l’uomo saturo d'una dottrina non può fare in sé posto per altre. 174.8
- Attenti allo sguardo, allo sguardo dell’occhio e a quello della mente. Corrotti che siano non possono che corrompere il resto. Luce del corpo è l’occhio. Lume del cuore è il tuo pensiero (…).Tutto è puro in chi ha pensiero puro che dà puro sguardo e la luce di Dio scende padrona dove non è ostacolo di sensi. 174.9
- Amate la volontà di Dio. Amatela più della vostra e seguitela contro le seduzioni e le potenze delle forze del mondo, della carne, del demonio .176.4
- Al servizio di Dio si viene con spirituale libertà. Nulla deve fare laccio a chi si dona. 178.4
- Dimenticarsi del bene fatto è saggezza, dimostra umiltà e fiducia in Dio. 179.8
- Dio perdona chi si pente, e l’angelo vostro è pronto a supplicare Dio per noi e con noi. 182.4
- Dio vede gli atti e le lacrime di ogni uomo e di tutto tiene conto per premiare o per punire. 182.5
- Finchè non si vuole non avviene male; ma occorre non volere fortemente e costantemente. Forza e costanza si acquistano dal Padre, pregando con sincerità d'intenti. 183.1
- Ogni cuore è un piccolo Regno di Dio sulla terra. Dopo, oltre la morte, tutti questi piccoli regni, si agglomerano in uno solo, nello smisurato, santo, eterno Regno dei Cieli. 184.4
- Amate e sarete amati. Amate e vi compatirete. Amate e non sarete crudeli volendo più di quanto non sia lecito da chi vi è sottoposto. Amore e sincerità per ottenere la pace e la gloria dei Cieli. 184.8
- Il Regno dei Cieli di cui sarete possessori se vivrete da giusti, è costruito con le piccole cose di ogni giorno. Con la bontà, la morigeratezza, la pazienza, col contentarsi di ciò che si ha, con il compatimento reciproco, con l'amore, l'amore, l'amore. 184.8
- L’uomo è “uomo” e vuol fare da sé senza sentire che Dio non chiede che di aiutarlo. 185.5
- Se Io con la mia potenza distruggessi il Male, quale che sia, voi giungereste a credervi autori del Bene che in realtà sarebbe mio dono e non vi ricordereste mai più di Me. Mai più. Avete bisogno, poveri figli, del dolore per ricordarvi che avete un Padre. Come il figliol prodigo che si ricordò di averlo quando ebbe fame. 185.6
- Le sventure servono a farvi persuasi del vostro nulla, della vostra insipienza, causa di tanti errori e della vostra cattiveria causa di tanti lutti e dolori, delle vostre colpe, causa di punizione che da voi vi date e della mia esistenza, della mia potenza, della mia bontà. 185.6
- Fuggi l’occulto e ciò che non si spiega. Una sola cosa va accolta con santa fede: Dio. Ma ciò che Dio non è, e non è spiegabile con le forze della ragione e creabile con le forze dell’uomo, fuggilo, fuggilo, che non ti si aprano le fonti della malizia. 188.6
- Non avere desiderio di lacerare i veli che separano i viventi dai trapassati. Non disturbare i defunti (…). Chi non ubbidisce alla voce del Signore, perde il Signore. E il Signore ha proibito l’occultismo, la negromanzia, il satanismo in tutte le sue forme. 188.6
- Dio è Amore e vive amando. La sua vita è Amore continuo. Basta a se stesso, perchè è infinito e potentissimo: è la perfezione. (204.5)
- L’anima a somiglianza di Dio, è eterna e spirituale. Eterna dal momento che viene creata. L’anima, lucida, eterna, spirituale, intelligente, opera di Dio, si ricorda (della sua origine). E soffre perché desidera Dio, il vero Dio da cui viene, e ha fame di Dio. 204.6
- L’anima subisce tre fasi: la prima è di creazione, la seconda di ri-creazione, la terza di perfezione. 204.7
- L’avvilimento è superbia. 205.2
- Molti sono i chiamati, ma pochi coloro che per saper perseverare nella chiamata, giungono ad essere eletti. 206.13
- Dio dà gli aiuti ora per ora, se rimaniamo umili e fedeli. 207.10
- Noi dobbiamo augurare al prossimo, anche se molto cattivo, il maggior bene.
La vita è un bene perché dà modo all’uomo di acquistare meriti agli occhi di Dio. 208.3 - Lo sforzo di uno sul proprio egoismo può provocare un’onda tale di amore, che è capace di salire, salire, tenendo fra la sua limpidezza colui che l’ha provocata, sino a portarlo ai piedi dell’altare, al cuore di Dio. 209.7
- La Sua testimonianza (di Gesù) è questa:
-- spirito di pace;
-- amore perfetto;
-- sapienza superiore a qualsiasi altra;
-- dottrina celeste;
-- mitezza assoluta;
-- potenza su ogni cosa;
-- umiltà totale;
-- castità angelica. (211.3) - Il pentimento annulla la colpa. 211.3
- L’uomo è obbligato a conoscere Dio per dovere di riconoscenza e per rispetto verso la propria intelligenza. 212.6
- Le ripercussioni di un atto buono sono come onde di vento che portano con loro molto lontano i semi rapiti a fertili zolle. (229.3)
- Buona cosa è la preghiera col digiuno, e l’elemosina vale più di monti di tesori d’oro, perché l’elemosina libera dalla morte, purifica dai peccati, fa trovare la misericordia e la vita eterna. (229.3)
- Sono le torture di un terzo che resiste agli assalti perché è buono e fedele, quelle che consolidano la guarigione di un altro spirito.
Non sai che nulla è slegato di tutto quanto avviene ed esiste nel creato, ma tutto segue una legge eterna di dipendenze e di conseguenze, per cui l’atto di uno ha ripercussioni materiali e soprannaturali vastissime. 237.7 - Per trovare la verità bisogna unire l’intelletto con l’amore e guardare le cose non solo con occhi sapienti, ma con occhi buoni. Perché vale più la bontà della sapienza. 242.8
- Tutto il creato parla di Dio, tutto spiega Dio, tutto svela e disvela Iddio. 242.9
- Ogni anima essendo altare, fa dell’uomo che la contiene un sacerdote, custode dell’altare. (246.3)
- Nella sofferenza è espiazione e nel dolore redenzione. (250.10)
- Senza la speranza non può esservi Fede e senza speranza muore la Carità. Fede presuppone speranza sicura: Come credere di giungere a Dio se non si spera nella sua bontà? Come sorreggersi nella vita se non si spera in un'eternità? Come poter persistere nella giustizia se non ci anima la speranza che ogni nostra buona azione è da Dio vista per darci di essa premio?. Ugualmente come fare vivere la Carità se non c’è speranza in noi? (…) L’uomo spera per credere, crede per amare. 256.6
- E’ grande sventura non credere e non eseguire ciò che Dio ci ha detto. 256.7
- Il mio Regno non è di questo mondo, ma è quel Regno, tutto spirituale, dei Cieli, il cui preludio è una vita cristiana, ossia una vita in cui i valori preponderanti sono quelli dello spirito. 258.4
- Fa più un perdono congiunto a lacrime ed a parole di amore, che un anatema, a redimere un cuore. (259.7)
- Non c’è che ricordare ciò che patisce nella sua vita terrena il Figlio dell’Uomo, per non lamentarsi mai, e per virilizzarsi spiritualmente vedendo tutto del Cristo nella più luminosa luce. (259.8)
- Il Vangelo è proprio la buona novella portata ai poveri, ai malati, agli schiavi, ai desolati (…) perché gli infelici (…) abbiano aiuto e conforto. (260.2)
- La grande forza dell’Universo è l’Amore. Tutte le sciagure della terra vengono dal disamore. Cominciando dalla morte e dalle malattie che sono nate dal non amore di Adamo ed Eva al Signore Altissimo. 261.1
- In Cielo non è l’oro, ma la virtù quella che ha premio.
La virtù e la sottomissione alla volontà di Dio rendono Dio amico dell’uomo.(….)
Il dolore viene dal male.261.4 - Più è penoso il dovere da compiere e più grande è il merito agli occhi di Dio. 261.5
- Vanità delle vanità:
La scienza umana è vanità perché aumentare soltanto l’umano sapere, è affanno e afflizione di spirito e chi moltiplica la scienza, moltiplica gli affanni. (…) Così non sarebbe se l’umana scienza fosse sostenuta e imbrigliata dalla soprannaturale sapienza e dal santo amore di Dio. (…) L’unica cosa che vanità non sia, è il santo Timore di Dio e l’obbedienza ai suoi comandi, ossia la sapienza dell’uomo. (270.2) - Il mondo sarà salvato più dalle preghiere di coloro che sanno pregare, che dalle inutili, fragorose, micidiali battaglie. (275.14)
- Basta fare tutto il meglio che si può, e Dio è contento. (275.15)
- Dio attende a perdonare che l’offeso abbia perdonato. Perdonare tanto l’offeso dall’uomo, come l’offensore dell’uomo e di Dio. (…) Dio perdona a noi se noi perdoniamo al prossimo e perdona al prossimo se l’offeso da un suo prossimo perdona. “Vi sarà fatto come fate”.(275.16)
- Antipatia, distacco, indifferenza sono già odio, semplicemente perché non sono amore. (…) Se volete conforto (per un'offesa) andate da Dio, non dagli uomini, e agite con amore. 277.5
- Potenza del mio nome (di Gesù), dell’amore fraterno e della preghiera: “se due miei discepoli (…) si riuniscono a chiedere qualsiasi cosa giusta nel Mio nome, sarà loro concessa dal Padre mio”. (278.2)
- Non è la paura che salva. La paura del giudizio di Dio, la paura delle sanzioni umane, la paura delle malattie. La paura non è mai costruttiva. Essa scrolla, sgretola, scompagina, dirompe. La paura porta a disperazione, porta solo ad astuzie per celare il malfare, porta solo a temere quando ormai la tema è inutile perché il male è già in noi. (…) L’amore invece è costruttore. Esso edifica, solidifica, mantiene compatti, preserva. L’amore porta speranza in Dio. L’amore porta fuga dal malfare. L’amore porta prudenza verso la propria persona che non è il centro dell’universo come lo credono e lo fanno gli egoisti. 295.5
- Vi sono le sante malattie mandate dal Signore ai suoi giusti (….) che sono come ostaggi di guerra per la salvezza degli altri. 295.6
- Quello che contamina l’uomo è ciò che è “suo”, unicamente suo, generato e partorito dal suo io. Ossia ciò che egli ha nel cuore e dal cuore sale alle labbra e alla testa e corrompe il pensiero e la parola e contamina tutto l’uomo. E’ dal cuore che vengono i cattivi pensieri. 301.6
- Lui (Dio) vede tutto, Lui sa tutto, Lui fa tutto bene quello che fa.(…) Quando libera un’anima dal corpo, lo fa sempre per un bene più grande, dell’anima stessa e dei suoi congiunti. 305.5
- Fine dell’uomo è la conquista della pace nell’altra vita, non la gozzoviglia, l’usura, la prepotenza, il piacere, qui, per poco tempo, scontabili per una eternità, con tormenti ben duri. 329.8
- Per possedere la Sapienza occorrono le virtù. Sapienza è volere Dio, amare Dio,coltivare lo spirito, tendere al Regno di Dio, ripudiando tutto ciò che è carne, mondo e Satana. Sapienza è ubbidire alla Legge di Dio che è Legge di Carità, d'Ubbidienza, di Continenza, di Onestà. Sapienza è amare Dio con tutto se stessi, amare il prossimo come noi stessi. 329.9
- Sapienza è ubbidire ai dieci Comandi di Dio. 329.10
- Amare anche i malvagi. Non per la loro malvagità ma perché è con l’amore che si ottiene loro, la misericordia che converte. 335.4
- (Al Regno di Dio) si accede per erto sentiero di sacrificio e per mite scala di perdono e d’amore. Le vittorie contro noi stessi ci daranno questo Regno. 335.7
- L’ira e la superbia sono due cattive compagne, trascinano a delirio e un delirante vede ciò che non c’è, dice ciò che non dovrebbe dire….così come l’avarizia e la lussuria trascinano ad azioni colpevoli pur di essere soddisfatte. 336.3
- Cosa è necessario avere per vincere questi demoni? “La preghiera e il digiuno. Non necessita altra cosa. Orate e digiunate. E non solo nella carne. Perciò bene è che il vostro orgoglio sia rimasto digiuno di soddisfazione. L’orgoglio sazio rende apatica la mente e l’anima, e diviene tiepida, inerte, l’orazione, così come il corpo troppo sazio è sonnolento e pesante. 350.3
- Nell’amore è la forza di divenire grandi e nell’ubbidienza fatta per amore quella per entrare nel mio Regno. Siate semplici, umili, amorosi d'un amore che non è solo dato a Me ma è scambievole fra di voi. 352.9
- Il più grande nel Regno dei Cieli è il minimo fra gli uomini. Ossia quello che è considerato “minimo” dagli uomini. Il semplice, l’umile, il fiducioso, l’ignaro. Perciò il fanciullo, o chi sa rifarsi anima di fanciullo. 352.12
- Chiunque accoglie un fanciullo in mio nome accoglie Me stesso perché Io sono nell’anima dei fanciulli che è innocente . (…) Il fanciullo santifica, dà ristoro e freschezza. 352.13
- Il mondo perisce perché ha deriso e respinto la Sapienza camminando fuori dalle sue vie. Molta scienza ha messo l’uomo nella sua mente, ma è più ignorante di quando era primitivo. (tra 352.18 e 353.1 a pag 311 vol.V ed 1975)
- La carne è la veste, l’essere è l’anima! E’ lei che è duratura. La carne come ogni veste, si logora e finisce, e non merita curarla come fosse una perfezione alla quale va data ogni cura. “Cercate non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna”. 354.7
- La fede viene data da Dio a chi ha l’animo di buona volontà. Perciò nessuno può venire a Me, se non lo conduce a Me il Padre mio, vedendolo nelle tenebre ma rettamente desideroso di luce. 354.12
- E’ lo spirito quello che vivifica e ha valore. La carne non giova a niente.
Le mie parole sono spirito e vita, e vanno udite e capite con lo spirito, per averne vita. 354.15 - L’Onnipotente che poteva fare in un attimo dal Caos l’Universo, lo fece con fasi ordinate e separate in spazi di tempo detti giorni. 362.2
- Saranno sovente i più umili, coloro che sembreranno semplicemente dei “numeri”, quelli che renderanno veramente vitale la Chiesa. In verità dovrò sovente rifugiarmi in questi, per continuare a tenere viva la fede e la forza dei sempre rinnovati collegi apostolici. 362.3
- Gesù si rivolge a Maria Valtorta). Vedere i giorni di Cristo sulla terra è santificazione. (….) Scrivere del Cristo è santificazione, perché ripetere ciò che dice Gesù è santificazione, perché predicare Gesù è santificazione, perché istruire i fratelli è santificazione. 364.1
- Il Regno dei Cieli è di chi sa rinnovarsi accogliendo la Verità e l’Amore. 364.9
- Vale più una parola di lode, d'incoraggiamento, a mille rimproveri. 365.3
- Le cadute delle stelle (eletti) sono più facili di quelle dei sassi (comuni uomini). 365.15
- E’ più facile che si salvi un fanciullo, un comune fedele, che uno elevato a carica speciale e a speciale missione. (…) 365.16
- Se non c’è umiltà non si procede. L’orgoglio è la pietra su cui ha piedistallo Satana. 366.3
- La santità è fabbrica che ognuno eleva da se stesso. La Sapienza può indicargliene il metodo e il disegno ma l’opera materiale spetta a voi. 366.3
- Vera sapienza è non porre limiti alla propria generosità verso il Signore. 368.4
- Saranno le vergini quelle che sostengono gli apostoli, quelle che laveranno il mondo insozzato, vestendolo della loro purezza, di essa profumandolo, saranno gli angeli che canteranno le laudi per coprire le bestemmie. E Gesù ne sarà felice e grazie darà al mondo e darà misericordia per queste agnelle sparse tra i lupi. 370.13
- L’umiltà è il segno più netto della mia dottrina. Chi mi vuole seguire deve amare la Verità, la Purezza e l’Umiltà, avere carità per tutti ed eroismo per sfidare l’opinione degli uomini. 370.19
- Lo statuto del Regno mio:
Non rivolte, non servono. Santificare l’autorità impregnandola della nostra santità. Sarà un lungo lavoro ma sarà vittorioso.(…) Vogliate essere, come siete buoni fedeli e buoni cittadini, dei buoni mariti, delle buone mogli, santi, casti, ubbidienti, amorosi l’un l’altro, uniti per allevare i figli nel Signore.(…)
Chi più ha, dia a chi non ha o ha poco.
Chi più sa, insegni a chi non sa o sa poco e insegni con pazienza e umiltà.(…)
I poveri non invidino, i ricchi non creino odi con la mostra di ricchezze e la durezza del cuore. Abbiate cura degli orfani, dei malati, dei senza dimora.
Aprite il cuore prima ancora della borsa o della casa……..371.7 - Vera sapienza, o voi che volete essere lodati per saggi, è conoscere se stessi, riconoscere i propri errori, pentirsene e andare ai riti con “vera” devozione. Ossia con culto e rito dell’anima e non rito esteriore. 373.5
- Menzogna. L’uomo di essa si serve con facilità e non sa che così facendo si mette sulla via del male.
Basta il primo passo, un passo per non potersi poi più liberare. E una trappola in discesa. 374.5 - I poveri sono tanti Gesù, ed io sono in essi. Onorate sempre il povero che nessuno ama se volete essere perfette. 375.2
- Dio si è fatto Uomo per aiutare gli uomini, ma gli uomini possono aiutare Dio. Le opere dei giusti saranno unite alle mie nell’ora della Redenzione. Dei giusti morti da secoli, viventi o futuri. Tu unisci le tue, da ora. E’ così bello fondersi alla Bontà infinita, aggiungervi ciò che possiamo dare della nostra bontà limitata e dire: “Io pure coopero o Padre, al bene dei fratelli”.
Non ci può essere amore più grande, per il Signore e per il prossimo, di questo saper patire e morire per dare gloria al Signore e salvezza eterna ai fratelli nostri. Salvarsi per se stessi? E’ poco. E’ un minimo di santità. Bello è salvare. Darsi per salvare. Spingere l’amore fino a farsi rogo immolatore per salvare. Allora l’amore è perfetto. E grandissima sarà la santità del generoso. 376.3 - Non do perle ai porci d’Israele, ma le porto agli umili sparsi per i tuguri, i monti, le valli dei poveri paesi. Là dove si sa ancora credere ed amare se c’è chi lo insegni. 376.10
- Avrà ricompensa chi avrà dato un pane (…) ma doppia ne avrà chi avrà dimenticato di cibarsi per amarmi, perché più grande della carne avrà avuto lo spirito. 377.5
- Sapete come l’uomo può possedere l’infinito amore? Essendo talmente unito a Dio da essere tutt’uno con Dio. Allora veramente scomparendo la creatura nel Creatore, opera il Creatore, il quale è infinito. 380.4
- Non sarà per come parlerete ma per come amerete che convertirete i cuori. 380.4
- Per la contemplazione si ama Dio, ma per l’azione si ama il prossimo. 380.4
- Chi possiede la Fede possiede la via della Vita. Chi sa credere non erra. Vede, riconosce, serve il Signore, ed ha salvezza eterna. Per lui è vitale il Decalogo, e ogni ordine di esso è una gemma di cui si orna la sua futura corona. 390.7
- La inabitazione di Dio negli uomini e degli uomini in Dio, si fa con l’ubbidienza alla sua Legge che si inizia con un comando d’amore e che è tutta amore dal primo all’ultimo precetto del Decalogo. 397.1
- Quando sarete perseguitati per avermi amato, (dice Gesù), fortificate il cuore pensando che prima di voi, Io fui il Perseguitato. 398.2
- Coll’immolazione della Vittima, dell’unica Vittima, può essere ricreato il Regno dei Cieli distrutto da Satana e dai progenitori. Superbia, odio, menzogna, lussuria, disubbidienza, hanno distrutto. Umiltà, ubbidienza, amore, purezza, sacrificio, ricostruiranno. 399.5
- Beati quelli che sanno vedere le ragioni di Dio negli avvenimenti anche più lievi. 404.4
- Se Dio ha creato un essere tanto ben creato che può credersi capace di consigliare lo stesso Dio, quale sarà le perfezione dell’Autore di ogni creatura? 405.7
- Lottate sempre contro i nemici. Tutti. Contro la vostra umanità, le vostre paure, i compromessi indegni, le alleanze utilitarie, le pressioni, le minacce, le torture, la morte. 405.9
- Dio benedice i generosi. Dare è meglio che ricevere perché obbliga il giusto Dio a dare più abbondante mercede a colui che fu pietoso. 411.1
- La presenza di Satana obbliga ad una vigilanza continua (…). Se state presso l’Amore, Satana tenta, ma viene reso incapace di nuocere veramente. Sempre? Sempre. Nelle grandi e nelle piccole cose. 411.4
- (La buona volontà) distrugge le tiepidezze, i quietismi, le vane presunzioni.(…)
La cosa che ci fa degni di premio è la lotta e la vittoria.(…) L’Amore poi che vi ama, rende la presenza non inesorabilmente nociva. 412.4 - Grande merito è dominare se stessi. Questo dimostra, in chi lo fa, una buona, una seria evoluzione nello spirituale. 412.4
- Come argilla sono coloro che si credono potenti.(…) Non c’è potenza umana che possa resistere a Dio. (Ger 18,1-11). 413.2
- Sono le opere, non le pratiche, quelle che fanno vedere Dio vivente nel cuore degli uomini e portano gli uomini a Dio. 416.5
- Rompi le catene del peccato, sciogli le obbligazioni che opprimono, metti in libertà chi è in strettezze, togli ogni gravame, spezza il tuo pane con chi ha fame, accogli i poveri, i pellegrini, vesti gli ignudi e non disprezzare il tuo prossimo. 432-7
- Nell’ubbidienza è santità quando non infirma la grande Legge. 437.2
- Dove è fede in ME (Dio) è presente la provvidenza. 441.10
- Non sai che la menzogna è il primo passo verso il furto e l’omicidio? 442.4
- La fede deve essere tale anche senza sostegno di fatti. (…)
Più grande è la scienza e più bassa è la fede, perché i dotti si credono esenti dalla fede semplice e schietta che crede per forza d’amore e non per ausilio di scienza. 447.3 - Noi saremo in grado di accogliere la Parola di Dio soltanto nella misura in cui ci saremo staccati dalle cose di questo mondo. Per riuscire a staccare il cuore dai beni materiali ci vuole la preghiera e la penitenza. Dove non è pace, non può esserci Parola di Dio che pacificamente sentita, dia frutti nei cuori. 447.5
- Le cose che ci appartengono, ci appartengono perché Dio ce le concede. Dunque anche possedendole in un tempo limitato, occorre sempre pensare che Uno solo è Colui che possiede tutto e senza limitazione né nel tempo né nella misura. Uno solo è il Padrone; gli uomini non sono che gli amministratori di briciole della grande Creazione. 448.2
- (C’è colpa) quando c’è volontà di peccare, la conoscenza di peccare e la persistenza a voler peccare anche dopo che si è conosciuto che quell’azione è peccato. 448.8
- Dio ama gli ubbidienti ed i puri di spirito e benedice quelli che mettono in ogni loro azione la buona volontà di amare Dio ed i fratelli e di lavorare a sua gloria ad a loro utilità. 448.9
- Quando l’uomo ha la volontà buona e compie atti spontanei di virtù, arriva a possedere la verità, perché la buona volontà conduce a Dio, e Dio, il Padre santissimo, si curva amoroso, pietoso, indulgente ad aiutare, benedire e perdonare i suoi figli che hanno buona volontà. 448.9
- Il pentimento del peccatore, la buona volontà di riparare, ambedue nati da un vero amore per il Signore, detergono la macchia della colpa e rendono degni del perdono divino. 452.6
- (Nel Regno dei Cieli) entreranno coloro che hanno vissuto, lottato, vinto, e che alla candida corona della Grazia, uniranno quella delle loro opere sante, delle loro vittorie su Satana, il mondo, la carne. 452.6
- La provvidenza c’è e voi ne siete i ministri, voi, i ricchi del mondo. 453.4
- Dio è paziente e prudente.(…)
La Parola va accolta con l’animo in pace per essere fruttuosa. 454.5 - Madre si è quando ci si cura soprattutto di ciò che non muore più, ossia dello spirito, non soltanto di quello che muore, ossia della materia. Chi amerà lo spirito amerà anche il corpo, perché possederà un amore giusto e perciò sarà giusto. 456-5
- Tutti hanno bisogno della protezione di Dio per non cadere in peccato. 458.3
- E non temi quello dell’Inferno: tenebra eterna, orrenda? La privazione continua di Dio? I rimorsi continui? Lo spasimo d’aver ucciso te stesso, per sempre nel tuo spirito? (….) (I tuoi cari) non li avrai più con te se muori dannato. 458.4
- (Amate) il prossimo che vi dà dolore, perché vi dà un mezzo per meritare un premio più grande in Cielo. 458.5
- Talora Dio fa un dono che più grande non potrebbe farlo, non dando ciò che gli uomini vorrebbero o penserebbero giusto avere come buona cosa. 458.6
- Aiutano a crescere e farsi re, i primi, gli aiuti di Dio. Aiutano a svilupparsi e regnare nocivi, le passioni e le cattive amicizie. (…)
E’ necessario diffidare di se stessi e fare molta attenzione al prossimo nostro, per non unire il veleno d'una coscienza impura a quello che già fermenta in noi.
Quando si comprende che un amico è rovina del cuore, quando le sue parole turbano la coscienza, quando i suoi consigli danno scandalo,occorre saper lasciare l’amicizia che è dannosa. 459.5 - Se ogni uomo colpevole di peccati gravi potesse, volesse parlare dicendo come giunse a quei peccati, si vedrebbe che alle origini ci fu sempre una cattiva amicizia. 459.5
- Il Signore Altissimo vi affida la ricchezza delle sue acque perché voi ne diveniate la Provvidenza di chi ne è privo. Se saprete fare questo con amore e giustizia accontentandovi del necessario, dando il superfluo ai miseri, essendo giusti, non dicendo “ vostro” ciò che è dono avuto e più che dono deposito, grande sarà la vostra pace, e l’amore di Dio saranno sempre con voi. 467.5
- Il dover fare sforzo nel dire la colpa trattiene dalla stessa, e se si è compiuta, la pena nell’accusarsi è già penitenza che redime. Se poi uno soffre, non tanto per orgoglio di sé e per paura del castigo, ma perché sa che mancando ha dato dolore, allora, Io te lo dico, la colpa si annulla.
E’ l’amore che salva. 468.4 - Ogni caduta ha premesse nel tempo. Più la caduta è grave e più ha una preparazione. Gli antefatti spiegano il fatto.Non si precipita e non si sale d’improvviso, né nel Bene, né nel Male. Vi sono coefficienti lunghi e insidiosi alle discese, e pazienti e santi alle ascese. 468.7
- (La volontà del Padre dei Cieli) deve sempre essere più forte della nostra, e più cara a noi della nostra, perché è sempre volontà perfetta. 469.2
- Chi fa ciò che uno gli ha insegnato, dimostra di avere stima, e stima è sempre amore di quella persona. 469.3
- Prendere Me è prendere la mia Dottrina. 472.2
- I divieti (comandamenti) non sono minacce, ma inviti di Dio che vuole gli uomini beati e non dannati, benedetti e non maledetti. 472-8
- Dio è fedele alle sue promesse ed ha giurato che chi crede in Lui vedrà ogni sorta di prodigio. 473.6
- E’ sempre la volontà dell’uomo quella che fa compiere il bene o il male. E sulla volontà dell’uomo getta le sue luci la volontà di Dio. E i suoi vapori velenosi la volontà di Satana.
Sta all’uomo accogliere la luce o il veleno e divenire giusto o peccatore. 493.4 - Non è difficile seguire la via della Vita. Basta credere nell’Unico vero Dio, amare il prossimo e amare l’onestà in tutte le azioni. (…)
La vera Religione sta in questo, non nei sacrifici vani e pomposi. Ubbidire ai precetti d'una morale perfetta, d'una virtù senza difetto, usare misericordia, fuggire ciò che disonora l’uomo, lasciare le vanità, le divinazioni dell’errore, gli auguri bugiardi, i sogni dei malvagi, come dice il libro sapienziale, usare con giustizia i doni di Dio, ossia la salute, la prosperità, le ricchezze, l’intelletto, il potere, non avere superbia che è segno di stoltezza perché l’uomo è vivo, sano, ricco, sapiente, potente finchè Dio glielo concede, non avere desideri smodati che talora portano sino al delitto. Vivere, in una parola, da uomini e non da bruti, per dignità anche verso se stessi.
Discendere è facile, risalire è difficile. Ma chi vorrebbe vivere in un baratro putrido solo perché vi è caduto e non cercherebbe di uscirne risalendo sulle vette fiorite e piene di sole? In verità vi dico, che la vita del peccatore è sita in un baratro, e così la vita nell’errore. Ma quelli che accolgono la Parola di verità e vengono alla Verità salgono sulle vette, nella Luce. 493.5 - Quanto più uno è buono e più è pietoso verso i colpevoli. 494.6
- Bisogna saper pregare senza stancarsi e saper chiedere cose buone e affidarsi a Dio dicendo: ”però sia fatto ciò che la tua sapienza vede per noi più utile”. Abbiate fede. Sappiate pregare con fede nella preghiera e con fede in Dio vostro Padre. 505.6
- La Sapienza è sempre unita alla Verità perché con la sua Luce fa comprendere le verità più sublimi. 507.44
- La scienza umana è sapore, non nutrimento. (…) né il dolciastro sapore di paglia delle opere di umano sapere. 513-2
- Chi perde la Sapienza perde la capacità di essere grande.
Di errore in errore cade colui che non conosce Sapienza. Baruc 3° 513.3 - La santità, che dobbiamo considerare come un mazzo di fiori offerto al Signore, deve essere formata di tutte le virtù. In uno spirito predominerà l’umiltà, in un altro la fortezza, in un altro la continenza, in un altro la pazienza, in un altro lo spirito di sacrificio o di penitenza, tutte virtù nate all’ombra della pianta regale e profumatissima dell’amore, i cui fiori predomineranno sempre nel mazzo, ma tutte le virtù compongono la santità. 514.5
- Chi ha guastato lo spirito dell’uomo, voi lo sapete è Satana, il Serpente, l’Avversario, il Nemico, l’Odio, chiamatelo come volete. Ma perché lo ha guastato? Per una grande invidia: quella di vedere l’uomo destinato al Cielo dal quale egli era stato cacciato. Volle per l’uomo l’esilio che egli aveva avuto.
Perché era stato cacciato? Per essersi ribellato a Dio. Voi lo sapete, ma in che? Nell’ubbidienza. Al principio del dolore sta una disubbidienza. E allora non è anche necessariamente logico che, a ristabilire l’Ordine, che è sempre Gioia, non debba essere un’ubbidienza perfetta? Ubbidire è difficile, specie se in materia grave. Il difficile dà dolore a chi lo compie. Pensate dunque se Io, che sono stato richiesto dall’Amore se volevo riportare il Gaudio ai figli di Dio, non debba soffrire infinitamente, per compiere l’ubbidienza al Pensiero di Dio. Io dunque devo soffrire per vincere, per cancellare non uno o mille peccati, ma lo stesso Peccato per eccellenza che, nello spirito angelico di Lucifero o in quello che animava Adamo, fu e sarà sempre, sino all’ultimo uomo, peccato di disubbidienza a Dio. 515.3 - Tanto più vedrete, quanto più salirete per cammino di perfezione che è arduo e penoso. (Gesù accenna al panorama che si restringe a mano a mano che si discende).
Lo stesso avviene di chi scende nello spirito invece di salire. Sempre più limitata si fa la sua virtù e sapienza e ristretto il suo giudizio fino ad annullarsi. Allora un maestro di spirito è morto alla sua missione. Non discerne più e non guida più. E’ un cadavere e può corrompere così come si è corrotto. La discesa talora invoglia, quasi sempre invoglia, perché in basso sono soddisfazioni del senso. 515.4 - Quando non ci sia superbia della mente, e depravazione della carne ma sincera ricerca della Verità e della Luce, purezza di scopo e anelito a Dio, una creatura è sicuramente sulla via di Dio. (…). Dio non viola la libertà dell’uomo, Satana non può prevalere su una volontà ferma nel Bene. In verità vi dico che settanta volte su cento l’uomo pecca per sua volontà e non risorge dal peccato perché sfugge dall’esaminarsi e anche se la coscienza, con un imprevisto moto, si drizza in lui e urla la verità che egli non ha voluto meditare, l’uomo soffoca quel grido, annulla quella figura che gli si drizza davanti all’intelletto severa e dolente, altera con sforzo il suo pensiero suggestionato dalla voce accusatrice e non vuole dire, ad esempio: “Ma allora noi non possiamo raggiungere la Verità perché abbiamo superbia della mente e corruzione della carne”. Una superbia veramente emula di quella satanica, tanto che si giudicano od ostacolano le azioni di Dio, quando sono contrarie agli interessi degli uomini e dei partiti. 515.5
- Ad ogni dono corrisponde una grande responsabilità da parte di chi lo riceve, responsabilità tanto più grande quanto più il dono è grande. E questa è prova del grado di formazione raggiunto dallo spirito. Se uno spirito beneficato da Dio, in luogo di perfezionarsi, scende verso la materialità, esso ha fallito la prova e mostra con questo la sua non formazione o la sua parziale formazione. 516.3
- Due sono le cose che sono indice del valore spirituale dell’uomo: il suo modo di comportarsi nella gioia e quello di comportarsi nel dolore. Soltanto chi è formato in giustizia sa essere umile nella gloria, fedele nella gioia, riconoscente e costante anche dopo aver ottenuto, anche quando non desidera più niente. E sa essere paziente e restare amante del suo Dio, mentre le pene si accaniscono, soltanto chi è realmente santo. 516.3
- L’azione buona fatta antecedentemente al peccato resta e vale per il perdono, quando però il peccatore dopo il peccato si pente. 516.4
- L’amore a Dio è sapienza. E’ la Sapienza delle sapienze perché chi ama tutto conosce e tutto possiede.Il libro della Sapienza dovrebbe essere un codice di vita spirituale. Come una mano materna esso dovrebbe guidarvi e introdurvi nella perfetta conoscenza delle virtù e della mia dottrina. 516.5
- Cercate anzitutto la Sapienza santa e, Io ve lo dico, ogni altra cosa vi verrà data e in modo che nessuno dei grandi del mondo può procurarsela. 516.5
- Amate Dio, preoccupatevi solo di amarlo.
Amate il prossimo vostro per onorare Dio.
Consacratevi al servizio di Dio, al suo trionfo nei cuori.
Convertite chi non è amico di Dio al Signore.
Siate santi.
Accumulate le opere sante a vostra difesa contro le possibili debolezze della creatura.
Siate fedeli al Signore.
Non criticate ne i vivi ne i morti, ma sforzatevi di imitare i buoni e non per vostra gioia terrena, ma per gioia di Dio.
Chiedete al Signore le grazie e vi saranno date. 516.5 - Dove è poca carità, è poca Luce divina e l’uomo è ingiusto e cieco quando non è unito, illuminato, santificato dall’unione con Dio. 520.50
- Temete (il Signore) di un santo amore, non con paura, temete di non saperlo amare con misura proporzionata al suo amore infinito. 521.2
- Chi si esalta sarà sempre, prima o poi umiliato. Se non qui nell’altra vita. E chi si umilia sarà esaltato, specie lassù nel Cielo dove si vedono le azioni degli uomini nella loro vera verità. 523.9
- L'anima non è il pensiero, uomo. L’’anima è lo spirito, è il principio immateriale della vita, il principio impalpabile, ma vero, che anima tutto l’uomo e che dura dopo l’uomo. Perciò è detta immortale. E’ tanto sublime cosa che il pensiero più potente è un nulla rispetto ad essa. Il pensiero ha fine. Mentre l’anima ha bensì un principio, ma non ha più fine. Beata o dannata continua ad essere.
Beati quelli che sanno conservarla pura, o ritornarla pura dopo averla resa impura, per renderla al suo Creatore così come Egli la diede all’uomo per animare la sua umanità. 524.7 - Nel pensiero eterno, l’anima, lo spirito è la cosa che regna nell’uomo, nell’animale creato detto: uomo.
Essa venuta dal Re e Padre di tutti i re e padri, suo soffio e sua immagine, suo dono e suo diritto, avente per missione quella di fare della creatura detta uomo un re del gran regno eterno , di fare della creatura detta uomo un dio oltre la vita , un “vivente” nella Dimora del sublimissimo, unico Dio, è creata regina, e con autorità e destino di regina. Sue ancelle tutte le virtù e le facoltà dell’uomo, sua ministra la buona volontà dell’uomo, suo servo il pensiero, servo e alunno il pensiero dell’uomo. E’ dallo spirito che il pensiero acquista potenza e verità, acquista giustizia e sapienza e può assurgere a perfezione regale. 524.7 - Le anime, superata la sosta sulla terra, non tornano mai più sulla terra in nessun corpo. (…). (Credere nella reincarnazione) è errore e offesa verso Dio ammettere che Egli abbia potuto creare che un numero limitato di anime. Errore e offesa verso l’uomo, giudicandolo così corrotto che difficilmente meriti premio. 524.9
- (La misericordia) di Dio è senza confine per chi sa confidare in essa. 525.4
- Ogni dono di Dio è nullo, se manca nell’uomo la volontà di ricompensarlo con il dono del proprio spirito a Dio. 526.2
- L’amore a Dio, l’amore ai maestri che portano a Dio, si dimostra facendo ciò che essi hanno insegnato, imitando le loro opere di giustizia ed amando Dio con tutto se stessi sino all’eroismo. 526.4
- Non invidiate i ricchi, non odiate alcuno, non desiderate ciò che vedete agli altri.
State contenti del vostro stato pensando che nel fare la volontà di Dio in ogni cosa, è la chiave che apre le porte della Gerusalemme eterna. 526.5 - Dalla lotta tra il Bene e il Male emerge il valore della creatura. Il valore e il volere. 529.6
- I buoni desideri è Dio che li suscita. Se li suscita segno è che desidera si mutino in realtà. 531.3
- Nulla è fatto senza un fine buono nelle opere di Dio.537.6
- Le vittorie sul Male sono la corona degli eletti. Se il Male non potesse suscitare una conseguenza buona per i volonterosi di “buona volontà”, Dio lo avrebbe distrutto. 537.7
- Io parlerò sempre, perché il mondo non diventi tutto idolatra e parlerò ai miei eletti a ripetervi le mie parole. Lo spirito di Dio parlerà, ed essi capiranno ciò che anche i sapienti non potranno capire.
Perché gli studiosi studieranno la parola, la frase, il modo, il luogo, il come, lo strumento attraverso i quali la Parola parla, mentre i miei eletti non si perderanno in questi studi inutili, ma ascolteranno persi nell’amore e capiranno poiché sarà l’Amore quello che parlerà … 537.8 - Nulla è stato fatto senza scopo nell’Universo. Dio non sciupa la sua perfetta Potenza in cose inutili.
Gli animali, le piante, i minerali, gli elementi, superano l’uomo nell’ubbidire, seguendo, passivamente, le leggi creative, o attivamente seguendo l’istinto inculcato dal Creatore, o arrendendosi all’addomesticazione allo scopo per il quale sono stati creati. L’uomo che dovrebbe essere la perla del Creato, troppo sovente è la bruttura del Creato.
Dovrebbe essere la nota più rispondente al coro dei celesti nel lodare Iddio e troppo sovente è la nota discorde che impreca o bestemmia o si ribella o dedica il suo canto a lodare le creature anziché il Creatore. L’idolatria perciò. La sozzura perciò e questo è peccato. 540.10 - Le opere di Dio sono tutte utili e stupende e una serve e completa l’altra e tutte sono presenti per formare la bellezza del creato. 540.12
- Il miracolo non può essere concesso là dove non è fede e volontà di ottenerlo, là dove del miracolo si farebbe un oggetto di scherno e uno strumento di male, usando il bene avuto per fare un maggior male. 547.5
- Dovete imparare a sfidare il mondo, con le sue critiche, le sue insidie, le sue derisioni, i suoi tormenti, per conquistare il Regno mio. 547.6
- Non si può essere miei veri discepoli, se non si sa dare alla vita umana, quel peso che merita di mezzo per conquistare la Vita vera e non il fine.(….) Il cielo resta e vi attende oltre la prova. 548.24
- Solo per l’anima l’uomo vive, non soltanto qui vive. Ma oltre. Vive per la sua anima. (….) Perché è la morte della carne che libera l’anima dalla scorza e la fa fruttificare nelle aiuole di Dio. Il seme. La scintilla vitale che Dio ha messo nella nostra polvere e che diviene spiga se noi sappiamo con la volontà e anche col dolore, far fertile la zolla che la serra. Il seme. Il simbolo della vita che si perpetua. 550.5
- L’uomo : la creatura perfetta sopra tutto ciò che è vivente nel tempo e nel mondo, dotata di materia come gli animali, i minerali, le piante, e di spirito come gli angeli del Cielo, e come essi destinata, se fedele nella prova, a conoscere e possedere Dio, con la grazia prima, col Paradiso poi. 555.6
- L’uomo, sintesi che abbraccia tutti gli stati, ha una missione che gli altri creati non hanno e che per lui dovrebbe essere, oltre che dovere, una gioia: amare Dio. Dare intelligentemente e volontariamente culto d’amore a Dio. Ripagare Dio dell’amore che Egli ha dato all’uomo dandogli la vita e dandogli il Cielo oltre la vita. 555.6
- La Terra (…) per esistere deve amare. E ancora la Terra deve essere il Tempio che ama e prega con l’intelligenza degli uomini. 555.6
- La Terra ha un duplice dovere di sacrificio: quello di lode e quello di espiazione. 555.7
- Se un Dio ha dovuto incarnarsi per placare la Giustizia divina per il gran Peccato, per i molti peccati degli uomini, nel tempo della verità, solo i sacrifici degli spiriti degli uomini, possono placare il Signore. 555.7
- Il dolore non è un castigo quando lo si sa accogliere e usare con giustizia. Il dolore è come un sacerdozio (….), un sacerdozio aperto a tutti. Un sacerdozio che dà un gran potere sul cuore di Dio. E un grande merito. Nato col peccato sa placare la Giustizia. 555.8
- Non è l'amore per Me, non questo solo, ciò che salverà le vostre anime è l’amore alla mia dottrina. E la mia dottrina insegna l’amore fraterno senza distinzione di razza o di censo. 564.13
- Conviene sempre perdere gli onori umani, per acquistare la vicinanza col divino. 565.3
- (Le Tavole della Legge) sono eterne, perfette, intoccabili. Nella loro lapidaria brevità contengono quanto necessita per essere giusti agli occhi di Dio. 565.4
- La tristezza dello spirito, la paura del domani, le preoccupazioni, sono sempre armi che l’uomo mette in mano del suo avversario. 565.6
- Dio non delude i buoni desideri dell’uomo. 565.6
- L’uomo può salvarsi finché la vita dura, finché già è agli estremi aneliti. Basta un attimo, un millesimo di minuto perché tutto sia detto tra l’anima e Dio, sia chiesto perdono e ottenuta assoluzione. 567.15
- Per essere maestri bisogna essere stati scolari. 567.21
- La vita è un dono santo e va amata santamente. La vita è mezzo che serve al fine che è l’eternità. 567.21
- L’uomo ha la magnifica libertà di volere e può volere liberamente il bene o il male ed ha l’altro magnifico doni di un intelletto capace di discernere il bene e il male. 569.3
- Chi farà buon uso del suo intelletto e della sua libertà d’arbitrio e invocherà il Signore per vedere la verità delle cose, non sarà rovinato dalla tentazione, perché il Padre dei Cieli lo aiuterà a fare il bene contro tutte le insidie del mondo e di Satana. 569.4
- Ma crescete nella giustizia, volendo soltanto quello che è amore al Dio vero, verso il quale bisogna avere un amore assoluto quale a nessun’altra creatura va dato.(…) Giustizia che calpesta gli egoismi del proprio benessere, le paure dei nemici e della morte.Tutto calpesta per fare la volontà di Dio. 572.6
- La vera patria è il Cielo. Perchè chi è nella verità, è in Dio e ha Dio in sé. E’ dunque già nel Regno di Dio e il Regno di Dio non conosce frontiere. 583.6
- Le Patrie non si salvano tanto con le armi, quanto con una forma di vita che attiri le protezioni del Cielo. 590.9
- Sono sempre le profanazioni al culto di Dio, alla Legge di Dio, quelle che provocano i castighi del Cielo…590.9
- Beati quelli che sanno credere senza vedere. (….)
Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e l’osservano e ancora beati quelli che fanno la volontà di Dio e altre, altre ne ho dette, perché nella Casa del Padre numerose sono le gioie che aspettano i santi. 591.4 - Onorare il padre, anche se colpevole, non per sé stesso, ma perché rappresenta in Terra il Dio vostro avendovi creato per decreto di Dio ed essendo il signore della casa. I genitori sono immediatamente dopo Dio. 592.18
- Non si offende, senza che l’offesa venga riparata, il Signore, e Dio Creatore fu offeso dal Primo creato. Da allora sempre si è aumentata l’offesa. 593.6
- La colpa acceca perché leva allo spirito la Luce che è Dio;(….)
La colpa inebetisce perché leva allo spirito l’Intelligenza che è Dio; (….)
La colpa insozza perché leva allo spirito la Purezza che è Dio. 629.7 - (Piaghe di Gesù) Esse sono la salute del mondo. In Esse è la Salute. Le ha aperte il mondo che odia, ma l’Amore ne ha fatto Medicina e Luce. Per esse fu inchiodata la Colpa. Per esse furono sospesi e sorretti tutti i peccati degli uomini perché il Fuoco dell’Amore li consumasse sul vero Altare. (…) Ho bruciato il profumo della mia carità per Dio e per il prossimo e ho portato il peso di tutte le iniquità del mondo. Il mondo deve ricordare questo. Per ricordare cosa esso è costato a un Dio. Per ricordare come lo ha amato un Dio. Per ricordare cosa producono le colpe. Per ricordare che non vi è che in uno la salvezza: in Colui che hanno trafitto. (…)
In verità vi dico che purificazione e grazia non sono sufficienti mai, perché il mondo consuma ciò che il Cielo infonde e occorre compensare col Cielo e i suoi tesori le rovine del mondo. Tutto il Cielo è in Me e i celesti tesori fluiscono dalla aperte piaghe. 630.5 - Senza l’aiuto di Dio non potete stare nella giustizia un’ora…..630.16
- Il peccato è insanabile rovina soltanto se non è seguito da pentimento e riparazione. 630.17
- La via del dolore è la via del Cielo. Seguitela con pace e avrete il Regno mio. Non c’e altra via fuor di quella della rassegnazione alla volontà di Dio, della generosità, della carità verso tutti (….).
Sono passato Io per questa, perché è la via giusta. 632.38 - Siate fedeli alla Legge del Sinai che è immutabile nei suoi dieci comandi e alla mia dottrina. 632.38
- E’ meno pauroso il cadere di un pianeta che il cadere della religione. Se il cielo rimanesse spopolato d’astri e di pianeti non sarebbe per i popoli sventura uguale a quella di rimanere senza una reale religione. Dio sopperirebbe con provvida potenza ai bisogni umani, perché tutto può Dio per coloro che sulla via sapiente, o sulla via che la loro ignoranza conosce, cercano, amano la Divinità con animo retto. Ma se venisse un giorno in cui gli uomini non amassero più Dio, perché i sacerdoti di ogni religione avessero fatto di essa unicamente una vuota pantomina, non credendo essi per primi alla religione, guai alla Terra! 634.4
- Le Chiese non saranno, per essere diverse in numero, diverse in pensiero, (…) né contrastanti fra loro, ma unite, fraterne, le une alle altre, soggette tutte al Capo della Chiesa, a Pietro, e ai successori di lui, sino alla fine dei secoli. E quelle che per qualsiasi motivo si separassero dalla Chiesa Madre, sarebbero membra recise non più nutrite dal mistico Sangue che è Grazia che da Me, Capo divino della Chiesa, viene. 634.5
- Il miracolo sarà nel mondo. Sempre. E sempre più numeroso più saranno numerosi i giusti nel mondo. Quando si vedranno farsi molto scarsi i miracoli veri si dica allora che la fede e la giustizia sono languenti. 634.8
- Verranno i tempi nei quali tutti i libri si sostituiranno al Libro, e questo sarà solo usato così come uno, che deve forzatamente usare un oggetto, lo maneggia meccanicamente. 635.13
- E non lasciate cadere nel vuoto le mie voci future.
Ognuna di esse è una misericordia mia in vostro aiuto, e tanto più numerose saranno, quanto più per ragioni divine, Io vedrò che il Cristianesimo ha bisogno di esse per superare le burrasche dei tempi. 635.14 - La tua bussola sia il Vangelo. In esso è la Vita e la Salute. E tutto è detto in esso. Ogni articolo del Codice santo, ogni risposta per i casi molteplici delle anime, sono in esso. (…) Nel Vangelo è Dio: in esso sono manifeste le opere del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il Vangelo è amore. 635.14
- La Passione di Cristo continua nei cristiani. Non vi ho escluso da questa grande opera che è la Redenzione del mondo. Siete tutti membra di un unico Corpo. Aiutatevi fra voi e chi è forte e sano lavori per i più deboli e chi è unito tenda le mani e chiami i fratelli lontani. (…) Ma, poveri figli!, il loro lavoro sarà sempre parziale, i loro meriti sempre imperfetti. Non potranno essere in Me se saranno separati dalla Vite. Le loro opere saranno sempre incomplete. 635..19
- Nella mia Chiesa saranno sempre sacerdoti, dottori, profeti, esorcisti, confessori, operatori di miracoli, ispirati, quanto occorre ad Essa perché le genti abbiano da Essa quello che è necessario.
Il Cielo: la Chiesa trionfante, non lascerà sola la Chiesa docente, e quella soccorrerà la Chiesa militante. Non sono tre corpi. Sono un sol Corpo. Non c’è divisione fra loro ma comunione d’amore e di fine: amare la Carità, goderla in Cielo suo Regno.
La Chiesa militante dovrà con amore sovvenire ai suffragi della parte di essa che già destinata alla trionfante, ancora ne è esclusa per l’espiazione soddisfattoria delle mancanze assolute ma non interamente scontate davanti alla Perfetta Divina Giustizia. Tutto nell’amore e per l’amore deve farsi nel Corpo mistico. 635.20 - Il suffragio ai morti perché entrino nella pace è grande opera di misericordia della quale vi benedirà Iddio e vi saranno riconoscenti i suffragati. 635.20
- Non una delle azioni buone rimarrà senza frutto e molti splenderanno vivamente in Cielo senza aver predicato, amministrato, compiuto viaggi apostolici, abbracciato stati speciali, ma soltanto per aver pregato e sofferto per dare pace ai purganti, per portare alla conversione i mortali. 635.20
- Non avrete il Regno di Dio in voi se non avrete l’Amore, perché il Regno di Dio è Amore. 638.10
- In verità vi dico che quando avrete ad Amico l’Amore, capirete che ogni cosa subita o vissuta per amor Mio, diviene leggera anche se è tortura pesante del mondo. Perché a colui che riveste ogni sua azione, volontaria o impostagli, d'amore, muta il giogo della vita e del mondo in giogo a lui dato da Dio, da Me. Ed Io vi ripeto che il mio carico è sempre proporzionato alla vostre forze e il mio giogo è leggero perché Io vi aiuto a portarlo. 638.13
- Il dolore non viene da Dio, ma Dio lo permette, e noi ne sappiamo la ragione e ci gloriamo di avere la parte che ebbe Gesù salvatore, Figlio di Dio. (….)
La morte e il dolore sono entrati nel mondo per invidia del demonio, ma Dio non è autore della morte e del dolore e non gode del dolore dei viventi. 638.14 - La povertà di spirito consiste nell’avere quella libertà sovrana da tutte le cose che sono la delizia dell’uomo. Il povero di spirito non ha più schiavitù di ricchezze. Vol.10, pag.831 – ed. 1975